mercoledì 11 gennaio 2012

Whoua! Whoua!

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C'è stata un epoca in cui le pareti dei locali di Chicago tremavano alle vibranti armonie dei ''cacciatori di teste'' di Muddy Waters e alle schitarrate di un uomo grosso e imponente dal ghigno feroce e dall'aspetto sinistro. Si chiamava Chester Burnett, ma bastarono la sua voce aspra e sporca e il modo di aggredire la chitarra con riff virulenti e precisi, per renderlo famoso a tutti come Howlin' Wolf, importante punto di riferimento per calibri come Yardbirds, Greateful Dead, Paul Butterfield, Rolling Stones, ecc., (solo per citare alcuni dei nomi più famosi che ne interpretarono le canzoni). Da qualche mese è disponibile un box di quattro cd che ripercorre gli anni d'oro del musicista con la mitica Chess, intitolato, appunto, ''Smokestack Lightning, The Complete Chess Masters 1951-1960''. Il box è stato pubblicato dalla Hip-O Select in edizione limitata (5000 copie) e il prezzo si aggira sugli 80 dollari, ma qualora questa cifra non rientrasse nelle vostre possibilità economiche è possibile rimediare quì. Naturalmente stiamo parlando di un oggetto irrinunciabile per chi ha un minimo interesse per questo tipo di materiali retrospettivi e soprattutto per chi non si è ancora messo in casa un solo cd di questo grande (e grosso) e personaggio della musica afroamericana.
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Cresciuto musicalmente nelle chiese battiste del Delta e ascoltando Jimmy Rodgers, che sognava di imitare (''non riuscivo a cantare lo yodel, così cominciai a sfruttare le caratteristiche tonali ringhianti della mia voce'') Wolf incontra sin da giovanissimo alcuni leggendari personaggi del blues locale tra cui Charlie Patton, Blind Lemon Jefferson (di cui fu anche fedele discepolo), Robert Johnson e Sonny Boy Williamson. Dopo il 1945, al termine del servizio militare, viene ingaggiato da una radio locale. Il giovane discografico Sam Phillips registrerà alcuni suoi brani che verranno in seguito dati in licenza ai fratelli Chess. I due convocano il massiccio gigante a Chicago e lo affidano alle cure di Willie Dixon che scriverà per lui tre super classici: ''Smokestack Lightning'' ''Spoonful'' e ''Killing Floor''. Nonostante tutti i tentativi di adattamento alla realtà urbana del nord, Howlin' Wolf resta un disadattato, come alcuni inquieti brani dimostrano (''Moanin' At Midnight, I Asked For Water'', ''Sha Gave Gasoline''). Di Howlin' resterà per sempre impresso quel suo tipico ululato che faceva salire i brividi. Accompagnato dal fido Hubert Sumlin (che secondo alcuni sarebbe suo figlio) Wolf diventerà uno degli artisti afroamericani preferiti dal pubblico bianco . Negli anni '60 la sua magia è in declino, ma resta immutata la carica che il musicista riesce a imprimere dal vivo. Al festival Blues di Ann Harbour (nel 1972) arriverà, infatti, sul palcoscenico a cavallo di una motoretta; tenterà di scalare i tralicci che reggono il palco, tirando giù i tendaggi delle cuinte, prendendo a pugni il bassista, improvvisando una danza scimmiesca e usando come orchestra i cucchiai da minestra. poi, inseguito dai tecnici, scapperà seminando tutti. Ma sono gli ultimi fuochi. Stanco e malato morirà nel 1976.
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2 commenti:

  1. Io ho un box triplo della Chess, 1955-1962...ma mi procuro anche questo, visto che Israbox è così gentile ;)

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