giovedì 4 marzo 2010

The creation of my bloody brit postcards # 3

.
HOUSE OF LOVE
.

.
Dio solo sa quanto ho amato questo gruppo. Non saprei perchè, ma gli House Of Love sono probabilmente tra le band inglesi che più di altre hanno saputo conquistare la mia sensibilità adolescenziale. Ancora oggi risentire alcuni dei loro pezzi migliori mi fa venire la pelle d'oca. Ricordo bene la mia estasiata reazione al primo ascolto di ''Shine On'' (tre minuti e sedici secondi di assoluta bellezza) e ''Christine'': canzoni pop praticamente perfette per quanto sono sincere, romantiche, sognanti, pure e dense.

.
.
Molti cuori sono stati addomesticati dagli House Of Love, eppure non tutto è filato liscio nella carriera della band di Guy Chadwich. Sfortuna o cattiva sorte, musica giusta al momento sbagliato, viene da chiedersi ancora in che modo la grande speranza del rock indipendente inglese di quegli anni (quelli a cavallo tra Ottanta e Novanta), abbia potuto darsi una fine tanto smidollata e penosa, visto che a partire dal 1991 il nome si cancellerà lentamente, come un graffito al sole, dalla memoria del rock.
Figlio di un militare sballottato da Singapore all'Inglilterra, all'età di sei anni Guy Chadwick passa l'adolescenza in collegio, per evitarli i successivi spostamenti, finchè uno zio non gli mette una chitarra in mano. Guy Chadwick non si fa pregare: impara a suonarla, comincia a scrivere e a registrare canzoni. Così, ben impegnato con l'idea fissa della musica, dopo aver messo i classici annunci sul giornalene, Guy forma gli House Of Love nel 1986. Contratto con la mitica Creation di Alan McGee, buone voci sulla stampa specializzata, grandi ambizioni, ottimi singoli (''Real Animal'', ''Shine On'', ''Christine''...) il terriccio sembra fertile per la groria. Due anni ed ecco il loro splendido debutto omonimo (Creation, 1988), a mio parere la prima cosa del gruppo da mettersi in casa (assieme alle Peel Sessions e a una raccolta di singoli del primo periodo, quello Creation, appunto).
.
.
Ma, dopo quello stesso album (non avendo all'epoca la Creation le redini abbastanza solide da assicurare la promozione, gli investimenti a un gruppo in piena ascesa), gli House Of Love si vendono alla Fontana. Guy Chadwich qualche anno dopo dichiarerà: ''Eravamo tutti squattrinati, ma ci credevamo potenti. Avevamo un pubblico e pensavamo che ce la saremmo sbrigata molto bene in una grande casa discografica. Ma il tipo che ci ha messo sotto contratto aveva la sua ideuzza sul genere di disco che dovevamo fare, che non era la nostra idea. Aveva torto, avrebbe dovuto consentirci di essere noi stessi, non era il caso di prospettare una carriera americana. La nostra creatività è morta a quel punto e il gruppo è diventato infelice''.
.
.
Scontenti della registrazione del loro secondo album (omonimo bis/Fontana/quello con la farfalla in copertina), nel quale la casa discografica, stando a queste dichiarazioni di Chadwich, si è impicciata, gli House Of Love non aprofittano nemmeno della gloria nascente, visto che dall'esterno tutto sembrerebbe roseo: l'album vende abbastanza bene, il gruppo va in tournee senza sosta, la stampa resta fedele. A parte il fatto (importante) che il disco, a mio parere è un ottimo lavoro, quello stesso disco che probabilmente costò quasi l'intera carriera a Chadwich, e sicuramente il chitarrista Terry Bikers, che proprio dopo l'uscita del disco uscì dal gruppo (e si unì ai Levitation). Ottimo lavoro dicevamo. Come sempre qualcuno non sarà daccordo, ma francamente mi risulta difficile non aprezzare gemme del calibro di ''Beatles and the Stones'', ''I Don't Know Why I Love You'', ''Blind'', ''Someone's Got to Love You'' e, in apertura, della già citata ''Shine On'', in versione lifting si, ma pur sempre memorabile (la prima uscì come singolo nel 1987).
.
.
Nel 1990 uscì anche un terzo lavoro, ''A Spy In The House Of Love'' che raccoglieva alcune b-sides, session scartate nell'estate del 1989 durante la lavorazione del ''Fontana/Farfalla'' e alcune gemme del 1990 fissate su nastro in una pausa del tour inglese. Eppure... ''All'epoca abbiamo sbagliato tutto, facendo uscire una compilation subito dopo il secondo album, dei singoli contemporaneamente... Nonostante il successo è stato un periodo orribile.Non guadagnavamo un soldo, avevamo già perso il nostro chitarrista Terry Bickers, ed eravamo distrutti. Quello che ci ha permesso di continuare è stato il nostro successo in Francia. E' in quel momento che le cose avrebbero dovuto decollare. Nel 1991 siamo stati in turnee in Francia, era quasi un nuovo inizio, un po' di aria fresca. E' stato l'anno in cui ho scritto le canzoni di ''Babe Rainbow'', che abbiamo poi completato in un mese. Poi la casa discografica ci è piombata addosso ''... Dove sono le chitarre?'' Che succede? Fa schifo!...'' E sono rimasto altri tre mesi in studio a fumare quintali di droga, a fare qualunque cosa per giustificare il fatto di esserci''. ''Baby Rainbow'' (Fontana, 1992) comunque non è l'annunciato naufragio che i titoli della stampa dell'epoca avrebbero potuto agevolare, ma il male è fatto: il rancore, la scomparsa dell'ispirazione, la demoralizzazzione assassinano il gruppo a fuco lento. Prima di chiudere definitivamente la sua Casa dell'Amore, Chadwick raffazzona l'ultimo album ''Audience With The Mind'' (Fontana, 1993). Dopo l'ennesimo periodo di crisi nera e una cura ricostituente in Medio Oriente, Guy Chadwich fa qualche tentativo di mettere a punto dei nuovi gruppi, pallidi fantasmi di quelli che dovrebbero essere stati gli House Of Love. Tra questi proggetti soffocati sul nascere, The Madonnas. Cancellando il pensiero di quello che sarebbe potuto essere e non è mai stato Chadwick torna da solo con un onesto album da cantautore acustico, ''Lazy Soft And Slow'' (Setanta, 1997), poi ancora silenzio. La sorpresa arriva invece nel 2005. Gli House Of Love si riformano, e dopo aver osservato un silenzio discografico di ben undici anni, la band britannica torna con ''Days Run Away'' (Art, 2005). Anche in questo caso un disco onesto, non c'è che dire, ma che serve solo a non dimenticare certe emozioni, certe sensazioni che la Casa dell'Amore ci aveva già regalato ai tempi del liceo.
.

.
Discografia Consigliata

1 commento:

  1. hol a soy de chile talvez te suene lejano mi pais pero es tan bello ,calido como italia gracias por la discografia los tengo todos los discos pero no sabia de john peel sessions lo bajare gracias ....un abrazo desde la distancia....;)

    RispondiElimina