lunedì 21 settembre 2009

Clues: Clues (Constellation)

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Schivi e sfuggevoli, i Clues sono seguaci di un modo di fare le cose che è tipico della ''vecchia scuola''. Alden Penner (aka Alden Ginger, una terza parte degli Unicorns) e Brendan Reed (ex Arcade Fire e Angles Morts) diedero vita al progetto verso la metà del 2007, mettendo insieme un pugno di prime canzoni accompagnati da altri tre compagni abituali (Ben Borden, Lisa Gamble e Nick Scribner) della scena artistica della città di Montreal, da dove provengono, e da dove iniziarono a presentare la loro musica in lofts e in piccole sale evitando, coscientemente, di annunciare e promuovere troppo i loro concerti. Il gruppo, infatti, desiderava crescere a un ritmo tranquillo, e in un ambiente semi-privato che gli avrebbe permesso di sviluppare, e concretizzare, le proprie idee musicali (un lessico basicamente pop che non esclude linguaggi di radice/matrice post-punk o referenze alla tradizione sperimentale) senza piegarsi alle pressioni di alcuni media costantemente in agguato.
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Due anni dopo quei ''discreti'' inizi, i Clues hanno appena pubblicato il loro omonimo splendido album di debutto, uscito, non a caso per l'eccellente Constellation, focolaio illustre e punto di riferimento discografico per la maggior parte degli ''avventurieri'' underground della città di Montreal, del Canada, e non solo. Per quanto riguarda la musica, la maestria e l’astuzia della band sta tutta nel saper miscelare gli ingredienti. Ne viene fuori un gioiellino brillante, un’opera in bilico fra aggressività e delicatezza, dolore ed ironia, nostalgia e speranza. Un disco leggero ma pieno di contenuti, che suona spensierato facendo fulcro nel profondo. Tra spigoli post-punk a carezze pop-folk, spesso anche all’interno di uno stesso brano, i Clues ci hanno forse regalato il miglior esordio dell'anno, nonchè uno dei dischi più belli degli ultimi mesi.
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In Rete
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