domenica 29 marzo 2009

Italian Graffiti: Loredana Bertè

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Non è soltanto uno dei primi videoclip della storia della musica. Ha la firma eccellente di Andy Warhol e una protagonista sorprendente, Loredana Berté. Il video di Movie, una canzone dall' album Made in Italy che la Bertè pubblicò nel 1981, venne girato da Warhol a New York negli studi della mitica Factory: la cantante italiana, grazie alla cosidetta tecnica del chroma key, canta nel video sullo sfondo delle strade e dei palazzi di New York, immagini girate da Warhol il giorno prima. La Berté era arrivata nella città americana nel 1978, ufficialmente per imparare l' inglese, in realtà per vivere il suo ''primo sabbatico newyorches'': il progetto di restare sei mesi si trasformò in una permanenza di un anno e mezzo e alle lezioni di inglese si sostituirono presto le visite ai teatri e ai locali della città, gli incontri con gli artisti e soprattutto quello decisivo con Andy Warhol che alla Berté aprì le porte della sua industria artistica. [...] Dice la Berté: ''Quel videoclip è il risultato di un anno di amicizia vera. Incontrai Warhol nel negozio newyorchese di Fiorucci e ci intendemmo subito. Diventammo molto amici: era gentile, ironico, sensibile, mi invitò subito a frequentare la Factory, dove diventai di casa, e veniva spesso a casa mia alle ore più assurde per farsi cucinare tortellini e altri piatti italiani che adorava.Alla scuola di lingue che frequentavo c'era anche Pelè, che studiava lo spagnolo, e con lui e Andy diventammo inseparabili, eravamo sempre in giro. Il disco ''newyorkese'': Made in Italy''. Incontrai per caso Eumir Deodato e gli chiesi se conosceva una band con la quale potessi registrare qualche pezzo che avevo già a disposizione. Lui mi portò negli Electric Lady Studios dove aveva inciso Jimi Hendrix e mi presentò a questa band incredibile di musicisti neri, i "Platinum Hook", che però avevano altri lavori da seguire. Così abbiamo registrato il disco un po' per volta, senza fretta''. "Warhol e Movie": ''La sentì un giorno che venne a trovarmi nello studio di registrazione. Gli piacque molto e volle conoscere la traduzione del testo, non faceva mai nulla a caso. Il giorno prima del video se ne andò in giro per New York a realizzare le immagini della città che si vedono sullo sfondo. Poi quando fu il momento di girare il video utilizzò la tecnica del chroma key, mi fece salire su un grosso barattolo che coprì con un telo azzurro e quando vidi il girato ebbi la sorpresa di ritrovarmi in mezzo alla città. Ma non fu l'unico regalo che volle farmi: anche la copertina del disco, con la bandiera d' Italia sgualcita e il mio ritratto, è opera della sua Factory: le foto le scattò Christopher Makos, che era uno degli artisti del suo gruppo. A me sarebbe bastata la copertina». Ancora parlando del video: ''Credo di avere ancora l' originale in versione Beta in una delle scatole del mio ultimo trasloco. Ma una copia l' abbiamo rintracciata da un amico a cui l' avevo fatto duplicare. E' praticamente inedito''. [...] ''E' stato il periodo più bello della mia vita. Scoprii un precursore come Warhol, curioso di tutto e teorico del caos, e scoppiò il mio amore per i musical: "Rocky Horror Picture Show", che vidi decine di volte, ed "Hair [...] [Via: La Repubblica, 27-11-2004]
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